Il diritto amministrativo è un ramo del diritto pubblico, le cui norme regolano l’organizzazione della pubblica amministrazione, le attività di perseguimento degli interessi pubblici e i rapporti tra le varie manifestazioni del potere pubblico e i cittadini.

Principi del diritto amministrativo

Le prerogative riconosciute all’Amministrazione sono circoscritte da ben precisi limiti, collegati, nel sistema giuridico italiano, al rispetto del principio,costituzionale e di legalità, secondo il quale l’amministrazione può esprimersi solo attraverso l’emanazione degli atti amministrativi previsti e tipizzati dalla legge (principio di tipicità) e al solo scopo di perseguire il fine indicato dalla legge (principio di nominatività). Questi ed altri principi sono alla base delle cd. norme di azione, che disciplinano l’attività autoritativa dell’amministrazione: dalla violazione di tali principi e norme deriva la patologia dell’atto amministrativo, in termini di loro nullità, inesistenza ed annullabilità.

Strettamente connessa alla disciplina dell’attività dell’amministrazione pubblica ? dunque la possibilità di reagire giurisdizionalmente contro gli ,atti amministrativi assunti in dispregio della legge. A tale scopo, in Italia, sussiste un plesso giurisdizionale apposito, composto dai Tribunali Amministrativi Regionali, dal Consiglio di Stato e dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana. Ad essi ? assegnata la funzione di annullare gli atti amministrativi illegittimi.

Il principio di legalità?

Nell’ordinamento giuridico italiano convivono almeno tre concezioni del principio di legalità:

  1. non contraddittorietà dell’atto amministrativo rispetto alla legge (si parla in questo caso di preferenza della legge); l’art. 4 disp. prel. cod. civ. stabilisce che i regolamenti amministrativi non possono contenere norme contrarie alle disposizioni di legge;
  2. conformità formale, che esplica l’esigenza che l’azione amministrativa abbia uno specifico fondamento legislativo impostando il rapporto tra legge e amministrazione non solo sul divieto di quest’ultima di contraddire la legge, ma anche sul dovere della stessa di agire nell’ipotesi ed entro i limiti fissati dalla legge che attribuisce il relativo potere;
  3. conformità sostanziale, che comporta un ulteriore approfondimento rispetto alla conformità formale: si fa infatti riferimento non solo alla necessità che l’amministrazione agisca in conformità alla legge, ma a quest’ultima viene data anche la facoltà di incidere pure sulle modalità di esercizio dell’azione.

Il principio di buon andamento e il principio di imparzialità

L’art. 97 della costituzione cita inoltre il principio di buon andamento e il principio di imparzialità. Il primo impone che l’amministrazione agisca nel modo più adeguato e conveniente possibile. Il principio di imparzialità invece uno dei principi fondamentali in quanto prescrive che l’azione della pubblica amministrazione non può essere faziosa e deve perseguire gli interessi collettivi e non quelli di singoli privati. Il principio di imparzialità, oltre ad applicarsi alla attività della amministrazione (la quale deve quindi prendere in considerazione tutti gli interessi in gioco), si applica anche alla organizzazione della p.a (vedi i concorsi ad evidenza pubblica per la scelta dei candidati ad un posto di lavoro oppure la scelta di una ditta per quanto riguardi gli appalti). La violazione dei principi di buon andamento e di imparzialità può essere contestata dai privati o da altre amministrazioni quando venga leso un loro interesse legittimo.

Il principio di responsabilità

L’art. 28 Cost. dice:I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
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